Lo stanziamento globale previsto dal Recovery Plan (testo approvato dal CdM il 12 gennaio 2020) per l’intervento in favore dell’innovazione organizzativa della Giustizia è di 2 miliardi, a cui si associano risorse complementari pari a 1 miliardo e 10 milioni, connesse agli stanziamenti della Legge di Bilancio.
L’investimento ha l’obiettivo di contrarre le tempistiche del sistema giustizia, facendo riferimento all’esperienza di altri Stati e le best practices sperimentate in Italia tramite l’istituzione dell’“Ufficio per il processo”. Si mira ad assicurare la ragionevole durata del processo passando per l’innovazione dei modelli organizzativi, garantendo l’implementazione delle tecnologie in ambito informativo e comunicativo. L’ufficio per il processo, difatti, rappresenta un modello di collaborazione integrata mediante il quale i giudici hanno possibilità di interagire con personale tecnico di supporto: a questa finalità si tende tramite l’immissione di personale tecnico (informatici, architetti, ingegneri) per l’attività edilizia, e di responsabili di organizzazione per lo sviluppo e il monitoraggio sul territorio dell’avanzamento e dei risultati dei progetti informatici e di edilizia. Gli addetti all’ufficio del processo competerà la specifica mansione di coadiuvare all’esame della controversia e della giurisprudenza inerente, di imbastire le bozze di provvedimenti, di collaborare alla raccolta della prova dichiarativa nell’ambito del processo civile. Le figure in questione dovranno essere inserite in uno specifico progetto organizzativo così da potenziare la collaborazione col magistrato, per una progressiva riduzione dell’arretrato e di acceleramento della trattazione dei procedimenti in corso. Un intervento specifico viene previsto per lo smaltimento del contenzioso tributario pendente davanti alla Corte di Cassazione.